Ho la bava alla testa. Mi sento peggio di una mosca che crea piccole putrefazioni personali defecando su corpi umani dormienti. Se avessi un pò di coraggio in più farei quello che andrebbe fatto: sposare una scimmia.
Perché secondo le ragazze del mio paese per essere eleganti devi vestirti come una prostituta? Perché quello stronzo di dio ha sprecato troppe gamme di blu in cielo e in mare limitando la maggior parte delle creature esistenti alle colorazioni più banali e qualche psicopatico che ha notato la cosa si è sentito in dovere di generare piccole creature blu dall'aspetto assai discutibile riconducenti ad una versione gay-rinascimentale di qualche fiaba crucca?
E' da tanto che non scrivo qui, ma a parte la scusa (vera) dello stato dolorante del mio cazzo di utero e della stesura di diversi racconti porno che vorrei vendere a qualche giornaletto sfigato di quintordine, sono stata impegnata a scuotere, arrunciare* e raccogliere carrube e tutto in vista del mio nuovo prossimo lavoro ispirato alla meravigliosa chiocciola di Franz Von Bayros. E a proposito di questo genere di cose, di recente ho conosciuto un fantastico artista di nome Angelo. Sarebbe meglio definirlo alchimista, ma non nel senso che si occupa di un modo diverso di intendere la materia, ma nel senso che crea dei modi diversi di partorire la materia. Lui risale alla macchina, non muta il risultato del lavoro, ma l'attrezzo che sta alla base della sua esecuzione. Una volta entrata in collisione con un personaggio del genere, la prima domanda che istintivamente m'incendia la testa è: perché le artiste donne non puntano mai a tanto e si limitano invece in modo arrogante ad accontentarsi del loro prodotto seguendo la linea "ogni scarrafò è bell' a mamma sò"? Vanessa Becroft, Sissi e tante altre non hanno fatto altro che arrestarsi dietro la linea di confine oltre la quale origina la vera hybris, facendo festa perché hanno generato qualcosa che va aldilà della normale procreazione di esseri umani! WOWWWW!!!…Mavaffanculo. Io, personalmente, parlando con Angelo provo una sana profonda invidia perché un giorno non molto lontano spero di essere ingegnosa e potente più di lui o almeno quanto lui. Bisogna finirla co sta messa in scena dell'artista che con i suoi quattro aborti vestiti a festa si vanta di quanto sia profondo il lavoro che l'ha condotto al risultato 'x'; robe da pittore della domenica che si sente il cazzo duro solo perché nel corso di un anno, anziché andare a messa con la moglie Rosa ha speso tutti i suoi settimi giorni della settimana a ricoprire di escrementi colorati tele 10x10 sul cavalletto di barbie. La nascita della videoscrittura come di tutte le cagate geniali legate alla macchina dalla quale in questo momento scrivo ha segnato il crollo totale della rappresentazione intesa come la intendono gli stupidi storici dell'arte, di quella rappresentazione legata alla meraviglia, allo scuotimento delle basi di trivio e quadrivio con il sacro intento di rigenerare la cultura. Ovvio che, se ci si accontenta della pisciata sparata volutamente fuori dal vaso, allora l'arte di adesso sembrerà vincente. Ma non può concludersi così il sogno magico dell'arte. Io auspico ad un sacrificio, a partorire l'albero maestro con tutta la vela capace di virare la direzione delle cose. Il punto è uno e trino:
1.STUPORE
2.BELLEZZA
3.MERAVIGLIA
Fine. Non raccontiamoci stronzate! Non ho intenzione di sentirmi il contorno angelicato di nessuno. BEATRICE UN CAZZO! Io ho un paio di coglioni per i quali non sono state ancora brevettate mutande capaci di contenerli. Voglio e pretendo da me stessa il più assoluto successo. Successo ricavato dalla "canzone dell' esperienza", non da quelle vane glorie che solleticano l'ano di tanti artistucci contemporanei. Voglio vivere al massimo, capire e cambiare la natura di ciò che può tornarmi utile a generare nuovi universi da zero, mondi capaci di gareggiare in velocità con la bellezza del vecchio già esistente. Ecologia dell'immagine zero, cavalletti take away al rogo, croce si, strada in discesa no. L'unico serio problema che comporta questo piano è la più estesa, angosciante e inevitabile solitudine. Attenzione, non mi riferisco alla solitudine sociale, su quel fronte non ho problemi, ma ad una solitudine d'intenti. La consapevolezza di ciò porta ad uno sfasamento insanabile dell'identità che non vi dico e se un attimo prima ti ritrovi a creare inni d'odio nei confronti di un determinato format del reale, che dovrebbe essere in controtendenza con te stessa, il giorno dopo magari ti ci ritrovi ficcato dentro giusto per sentirti un pò più Hamtaro (quel cazzo di criceto bene ambientato nel suo cazzo di mondo con tanti amici simpatici che insieme a lui capiscono l'importanza di girare nella ruota ad inerzia). Ed è per questa ragione che, sfruttando il mio tanto caro sentimento autolesionista ben peggiore di quello che fu di Masoch, mi concedo il lusso di frequentare luoghi come la palestra! Un incubo dentro quattro alte mura. Gli istruttori sboroni con lo scettro del potere in mano si sentono in dovere di parlare di tutto e a tutti, le donnine trasformano nella loro casa personale gli spogliatoi spalmandosi di oli, facendosi la ceretta, messe in piega, unghie, aborti clandestini. Il tutto mixato a musica demmerda, gente depressa, gente esaltata, maschi, femmine, vecchi, ormoni, mise dall'impatto estetico assai discutibile, integratori, asciugamani idrorepellenti del Decathlon (che se so' idrorepellenti poi a che cazzo servono?). Anche se mi spiace vivamente profanare i Tool in un ambiente del genere, non mi tocca che usarli come isolante perché mi permettono di non irrigidire i muscoli, ma al tempo stesso di continuare l'azione del mio odio. Io mi emargino distaccandomi totalmente dalla superficie in pvc, e quelle poche volte che parlo od interagisco con 'loro', me la tiro alla grande perché con la mia sola presenza faccio un grosso favore alla loro azienda dell'idiozia. Per capire meglio il grado di stupidità che permea tale ambiente vi invito a fare un semplice esperimento a casa: chiudetevi in una stanza con 3,4 vocabolari di quelli grossi, impilateli davanti a voi e poi cominciate a fare su e giù per 30- 40 minuti. Ok! Vi verranno un culo e un paio di cosce degne di un Apollo, ma che cazzo significa tale gesto? Men sana in corpore scemo. Mah! Per sopravvivere a tale scempio (e favorire un'ottima circolazione sanguigna) mi tocca farmi il trip del perfezionamento nazista, ma la verità è che vado in quel posto del cazzo perché sono alla ricerca dell'Hamtaro che è in me e che vorrei trovare anche se NO! NON ACCETTO DI SALIRE SU QUELLA RUOTA DEL CAZZO PERCHE' QUALCUNO L'HA MESSA LI' NELLA GABBIETTA!
*arrunciare: ammucchiare

