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"Qua i Togni sò potentissimi"

martedì 23 ottobre 2012

COLORI RECESSIVI

IL NON COLORE
Conigli, gatti, orsi e topi albini. Non mi piacciono. Non li reputo interessanti. Sembrano la versione bollita e andata a male dei loro simili. Ah! Questo discorso non vale per il pavone (quello albino è davvero spettacolare). Lo sapevate che l'animale in questione lancia degli urli tanto striduli e insopportabili che agli inizi del '900 quando era in auge il possedere un sontuoso pavone nel giardino di casa, a qualche orefice venne commissionato di creare una sorta di museruola per pavoni (beccaruola?) elegantemente incastonata di pietre preziose e diamanti degna della Contessa Luisa Casati? Ma tornando alla questione principale, oggi pomeriggio il caso mi ha costretta a tornare sui miei passi. Mi trovavo nell'atrio della biblioteca Sala borsa di Bologna e nell'attesa di restituire i libri, guardando di qua e di la, mi sono imbattuta in uno stupendo esemplare di umano albino maschio, comodamente svaccato su di una di quelle orribili sedie con tanto di poggia pc annesso. Una figura stupenda, l'incarnazione di un dio che nessuno vorrebbe venerare perché anemico, scolorito dalla morte. Al primo colpo d'occhio mi si rivelano le vene delle braccia che m'inducono a pensare: << come minimo gli scorrerà cioccolato bianco al posto del sangue…! >>. Dopo è la volta degli occhi freddi come biglie sepolte nel ghiaccio. I capelli chiudono la visita guidata alla sbiadita fiera delle sue vanità, di un colore assente, simile a quello delle nuvole che s'agghindano coi riflessi delle cose colorate che gli gravitano attorno. Sconvolta. La posizione, come dicevo, annoiata, presuntuosa, tanto che non distoglie manco lo sguardo quando lo passo al radar con gli occhi. Mi siedo per osservarlo meglio e scrivere queste poche righe ed è in quel preciso istante che piombano di fronte a me, a ritmo di danza tribale, Musa e Marika travestite da Tuareg alle quali spiego la faccenda. Lui: sparito. Si sarà disciolto nell'aria? Comunque non sono malata, è che mi piace proprio il bianco. Stravedo per il bianco delle camice inamidate, per le gonne di pizzo sangallo di Zara Kids, per le mutande da dodicenne illibata, per le canottiere a coste dei muratori panzoni, per i guantini ricamati da prima comunione, per il film Bianca di Nanni Moretti.

UNA BIANCA VISIONE
Quando avevo tre-quattro anni ero molto affezionata alla mia bisnonna Peppina. Sarà per la stanchezza della vecchiaia o quella saggezza che ti porta a subire ogni genere di rottura di coglioni, la nonna, chiamata da tutti noi mamma, sopportava i miei continui ed estenuanti racconti conditi di enciclopediche bugie bambinesche. Poco dopo la sua morte mi capitò di fare un sogno: questa, vestita completamente di abiti bianco avorio semi-trasparenti rifiniti con maniche e dettagli ricamati, si tuffava in una grande cascata rosso sangue e uscendone completamente linda, mi guardava in faccia pronunciando il numero << undici! >>. A parte appurare l'inquietante ritorno della cifra nelle liriche di Sopor Aeternus, in quelle dei Tool e sulla poltrona del cinema assegnata per caso, e ancora sul numero d'attesa alle poste etc etc, la domanda che sopraggiunge naturale è: perché cazzo la mia mente a quell'età ha formulato un sogno del genere?
Datemi delle risposte!

ODIO IL GRIGIO
Cos'è sto grigio che avanza sul cielo come un leviatano appena uscito dal mare?
La meteoropatia non è una stronzata. Cazzo che depressione, non riesco a riprendermi e non faccio altro che ascoltare gli Jesu per sentirmi ancora più di merda.
Ho un cassonetto dell'indifferenziata al posto della testa.
Rinnegazione totale di quello che è il passato, a parte gli scontrini; l'unica cosa che mi emoziona è leggere quelli lasciati a dormire da tempo sul fondo del portafogli, leggere le etichette della Palmolive e subito dopo Dante Gabriel Rossetti che mi parla di languore mixato a seghe sull'amor cortese che non è altro che  raffinata frociaggine convertita in idealizzazione compulsiva. La musica ha perso sapore. Se c'e' una bellezza, io non riesco più a capirla,  a vederla, ecco. La cosa più grave è che tutto quello che non mi sta bene, non mi rende agitata, nervosa, ansiosa. Lo accetto e sto zitta. Tiro dritto. Maquandomai? Per tale ragione non mi resta che fumarmi i polmoni. 


15 settembre: apatia. Detesto ogni singola molecola di aria che mi sono curata di inglobare allo smalto della bici che sto dipingendo e che ho rubato a qualcuno che mi piace immaginare come Silent Bob (solo con la testa di gatto). Questa è l'età di pensare alla coppietta del cazzo, ma io sembro un fottutissimo Ignazio Denner di Hoffman. Due capelli bianchi spuntano, due palle sto tempo di merda, due a due  come quelle patatine di polistirolo al formaggio che ti vanno sempre per traverso facendoti tossire. In una parola tutto questo è insofferenza. Voglio una religione, datemela!

VERDERAME

Oddio mi esplode il cuore! Non posso cambiare me stessa, io sono nata per innamorarmi, per divorare, immortale  quanto le zanzare giganti della Certosa di Bologna. A volte mi innamoro dei passati sconosciuti dei miei cari, mi inganno facendo finta di conoscerli, di ripercorrerli. A distanza di timidezza capisco l'amore che nutro per i miei genitori, per mia sorella, poi quando gli alberi vengono scossi dal vento e arrivano a toccarsi, me ne dimentico e tutto diventa superficiale, bellicoso e di nuovo superficiale e sembra che non li ami davvero più, ma mi basta guardare le foto di me piccola e di loro giovani per ritrovare il mio memento di amore. 
Un incedere di ritrovata purezza, un rimescolarsi del sangue mi inonda il cuore e capisco chi sono, così, d'un tratto. Annoiatevi con questo mio sentimento nuevo e positivo, già troppo presto transustanziato in violenza verderame, come sempre.


COLOR CARNE
desiderio profondo di violenza al livello dell'epidermide
 

Oscillo tra romanticismo e carnazza.
Non riesco a decidermi. E' come scegliere tra un bicchiere di Primitivo di Manduria e uno di vero, autentico Nero d'Avola.
Si! spiaccicami il cervello contro il muro, fallo colare e leccare al nano di Twin Peaks.
No, non voglio, vorrei soltanto abbracciarti e darti qualche triste bacio di tanto in tanto. Chuck Palahniuk o una delle Bronte?
Ma che cazzo ne so. Ciao, pazzo bipolare, se sei lì, fa un fischio. 



ps. per la vanagloria (e poi manco tanta): nella foto sono due volte io. Au revoir