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venerdì 27 aprile 2012

FOTTUTE DAL RAMO DEL LAGO DI COMO

Di recente il mio professore di pittura (Bruno Benuzzi) ha commissionato alla mia ex-classe un lavoro sull'Apocalisse. Anche se ho già completato gli esami di pittura mi è sembrato giusto non rimanere indifferente alla cosa e progettare un lavoro degno del tema assegnato. Seguendo le direttive del mio piano malefico (che adesso non vi sto qui a svelare) necessitavo di un bel ramo di quercia preferibilmente caduto in disgrazia. Inizialmente ho chiesto il favore ad Axel, ma riflettendo sull' eventuale rapporto di misure che sarebbe intercorso tra la stazza della macchina del cortese amico e il grosso ramo ho rinunciato. Così ho chiesto alla Cummari che appoggiando il progetto, con la sua sempreverde voglia di fare stronzarte con me, mi ha seguito alla volta di Parco Talon. N'avissi statu mai! Biddicce biddicce c'avviammo con tanto di biglietto dell'autobus verso Casalecchio di Reno. Arrivate sul luogo, dopo diverse macchie di fango sui vestiti e un violento disboscamento ai danni di quei grovigli legnosi che stanno ai piedi delle grosse querce, trovammo il ramo ideale. Si, certo, le misure erano un pò stravaganti ma si può essere tanto fiscali da non lasciare salire (giusto per qualche fermata cazzo!) due donzelle innocenti sperdute nel nulla emiliano? A quanto pare si. Unica soluzione: farsela a piedi. E così fu. Cari stronzi lettori, nella vita ho percorso strade, vanedde, cunicoli agghindata nel modo più assurdo, con a seguito gente conciata peggio di me e portandomi appresso oggetti di scena capaci di montare uno scandalo, ma mai ho ricevuto tanta considerazione che con un cazzo di ramo in mano! Da Casalecchio a Bologna ci sorbettammo una sfilza di commenti idioti, ammiccamenti pedofili e quant'altro. Alla prima stazione di finto pane pugliese parcheggiammo il ramo con l'intenzione di cibarci di due finte-pizzette risalenti al mesozoico, ma cotte con l'ausilio della nouvelle cuisine giocattolo di mia cugina Annalisa comprata nei primi anni '90 (come gliela invidiavo, io avevo solo la sotto-marca sfigata comprata nelle bancarelle dei Polacchi). I due proprietari/gestori del forno stupendi. Lui: il sosia tossico di Amedeo Minghi. Coda grigia de topo con qualche meches biondo piscio e barba incolta da galeotto. Lei: la versione ancora più tamarra di Tata Francesca con i capelli mezzi ricci arruffati con qualche extention liscia che pendeva impiccata de qua e de la, la bocca enorme disegnata con la matita marrone scuro e quintali di rossetto rosso amaranto. Dopo la pizzetta, secondo lo schema delle merdose emigrate a Bologna venute a schifio mostrare, na bella birricedda* ci poteva stare a pennello, ma dalle parti di Saragozza i Pakistani sono gestiti dalla furia puritana dei bolognesi fuoriporta che in riunioni di quartieri degni dell'inquisizione spagnola mettono divieti e limiti manco avessero a che fare con la SPI (Savonarolian Pakistan Incoporation). Senza alcool da assorbire e con la fretta della Cummare che doveva andare a lavorare da un momento all'altro decidemmo d'imboscare il ramo maledetto a Villa Spada mimetizzandolo dietro ad un cespuglio fitto fitto. Altri due biglietti dell'autobus, torna a casa (Lessie) e se rivedemo tomorrow. Il giorno seguente, dopo un' idilliaca esplosione d' infantile ilarità e un pranzo degno della domenica siciliana ci riavviammo. Per fare prima contammo di prendere al volo la circolare 32 senza biglietto, giusto per quattro innocue fermate. Pregustando il completamento dell'ardua impresa, con la carica sborona di due motociclisti di San Francisco, buttammo i piedi sui sedili antistanti e spensierate presimo a ridere dei nostri sparli. Forse fu proprio a causa di tali nobili distrazioni che non c'accorgemmo della presenza del canuto Controllore e del suo lobotomizzato compare: <<Prego, i vostri biglietti>>.


                                                                              




GELO








<< EMMMMMH… >>,
<< Non ce li abbiamo >>.
Non ci vuole la fantasia di Tolkien per immaginare cosa seguì allo scarno dialogo del primo impatto (60 euri di multa a testa), ma la cosa che non potete manco lontanamente realizzare è l' antipatia, la sbirragine e la superiore stronzaggine del controllore nel quale c'imbattemmo. Uno stronzo che ce ne disse di tutti i colori minacciando persino la multa per posizionamento piedi sul famoso sedile arancione dello scalognatissimo 32 der cazzo. In tutto ciò il ramo non era stato ancora recuperato! Bastonate, depresse, impoverite e spappolate nell'animo con la coda infilata su per il culo arrivammo a piedi perciò a Villa Spada, recuperammo il ramo e ad ogni simpatico commento del passante di turno rispondemmo con le dovute bestemmie adesso più colorite perchè impregnate di olio di multa. Fin quando la Cummari, con l'esperienza del vero ex-carcerato, disse << Dove c'e' Tennent's c'e' speranza >>. E fu così che acquistando due birrozze mutammo quei 120 euro in 124 euro, ma almeno l'animo dilaniato dalla sfortuna fu lenito. Con una parte di ramo in spalla e la birra nella mano opposta, la nostra avventura proseguì fino a Piazza Maggiore. Ma manco avvicinandoci verso il centro ci risparmiammo i commenti più assurdi. Una vecchia che passava di lì esordì con un  << questo, lo so, sarà sicuramente usato per qualche performance d'arte… >> ed è in questi momenti che ti rendi conto che non c'è più niente da fa se pure la nonna se fa er rosario con una collana di palle di oppio scambiando la foto di Gina Pane autolesionista per Gesù Cristo. Ma poco dopo incrociammo lei, la donna col turbante griffato, la milf bolognese ibridata con non so quale mostro partorito dal sapiente Aldrovandi che con voce baritonale e impostata stringendo avidamente la sottile sigaretta da battona dell'est in mano disse: << stupendo, bellissimo! >>.  Risposta: <<Chiè u vuoi? 120 euro mpare!>>. Un'oretta densa di amare risate post trauma e vecchi rompicoglioni che ti raccontano delle loro vite precedenti con successive fallimentari reincarnazioni  trascorse senza intoppi in quella che i bolognesi amano chiamare 'Piazza grande', ma che in realtà è piccola come un buco di culo. Provate ad andare in Piazza del Plebiscito regaz* e poi ne riparliamo! Alla fine arrivammo a casa e posizionammo il ramo sul terrazzo. Adesso non mi rimane che produrre un lavoro degno dello sforzo. Nel frattempo non mi abbatterò, non mi sradicherò perché cari controllori io continuerò a non fare il biglietto, non mi lascerò intimidire dal vostro appeal sbirro e fascista e quando sarò ricca (mai) ricaccerò fuori quelle multe e attraverso il codice della ricevuta risalirò a voi due e quando sarà ora vi scoverò e vi rovinerò con i miei superavvocati incazzati come gli ebrei hanno fatto coi nazisti nascosti in Argentina!


ps. Ecco la foto del secolo. Questo si che è esistenzialismo puro! Grazie a Currau Imperatore per il suo artistico intervento!

pps. grazie a Rossano per la pastiera napoletana.

ppps. Ma chi è che ha trovato il mio blog scrivendo su google "dopo  qualche giorno di parto fare cunilingus" ahahahahha



NOTE
*birretta
*bolognesismo che sta per 'ragazzi1', tipo 'picciotti!'

3 commenti:

  1. puahahaah!! "u voi mpare? 120 euro"
    E ma quindi che c'hai fatto con la rama?

    (ppps obbioddio)

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  2. (ppps genialeee)

    ancora ci sto lavorando quando finirò il lavoro ti mostrerò una foto da aggiungere a limite a quello scassatissimo book ca nun mi putisti turnari

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  3. Ho sottovalutato quella foto, ha davvero ..un qualcosa di artistico!
    La incornicerò!
    ps: grazie per lo stronzo! (essendo un lettore)
    a presto.

    --L'Imperatore--

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