La mia vita sta prendendo una piega davvero strana. Ho ammaestrato un piccione e devo ammettere che la cosa mi ha aiutata a perdonare la stoltezza dei miei simili. Non c'è nessuna differenza tra un comunissimo volatile che ti caga solo per magnare e un particolarissimo essere umano che ti ama solo per la gioia dei genitali. Perciò ho deciso di scendere nuovamente in campo travestita un'altra volta d'antropologa per andare a caccia di nuove bizzarrie e singolarità in fatto di homo erectus. Mi sono riscoperta sempre più vorace e sempre più necrofila. Forse per questo ho registrato un video dove mi nutro delle unghie dei miei stessi piedi. Che schifo. Il punto è che la vergogna nei confronti delle tue azioni più deplorevoli ti aiuta ad elevarti spiritualmente, su, in alto, oltre quel rettangolo blu perimetrato dalla finestra, verso la dimensione di quel celeste Nord ideale dove angeli e dervisci vivono in armonia. Il sufistico dato non viene citato a caso visto che sono tornata da poco da Istanbul. S T U P E N D A. Soprattutto perché il viaggio non è stata una di quelle cagate per coppia scopante, ma un'incantevole vacanza condivisa con la gioia dei miei occhi: mia sorella. C'è sicuramente qualche cosa che non va in me se dopo anni di dura lotta contro la cattolica apostolica chiesa del cazzo comincio a stare bene dove l'Islam esercita il suo potere diversamente e altrettanto stupido. Non è che mi sono beccata la sindrome di Giovanni Lindo Ferretti? Effetto bungee jumping: appena ti lanci a strapiombo verso una direzione non puoi che subire il rinculo verso la direzione opposta. Come la già citata Claudia Koll: anni di cazzi in culo l'hanno fatta diventare (di contro) santa Maria Goretti. E così, dopo questo lungo navigare nei pensieri più vani, mi accorgo che sto cercando di ricrearmi, di individuare la luce vera lontano da meri fuochi fatui generati dagli scarichi dei pozzi neri situati abusivamente al centro delle campagne siciliane. Ed ecco che arriva sta sorta di profeta-Dodò satanico. Cu minchia è? Stu pizzuddu i cosa* mette in dubbio tutte le mie armature e falsità. Mi obbliga ad essere me stessa. Commenta con aria divertita le mie scarpe, si prende la briga di prendermi in giro in modo intelligente. Certo, per quelli che mi conoscono, nessuna novità. Queste parole potrebbero sembrare i miei soliti esercizi di ricamo sulle persone che 'a minchia' scelgo di venerare, ma credetemi quando vi dico che è stato impossibile sottrarsi alla potenza di questo raggio di luce tagliente penetrato in diagonale nella fitta torta nera pan di morte della mia attuale esistenza. (Allora non sono poi così vicina alla fine se riesco ancora a sbattermi in tutti gli orifizi la curiosità, mi dico). Mi è capitato nella mia (mi piace dire) breve vita di conoscere una scala di timidi disturbati che non finisce mai, ma mai avevo conosciuto un timido tanto strano. Immaginate uno che se ne sta calmo e zitto seduto sui suoi credo ma che appena vai a scoperchiare il cesto balza fuori come un serpente a sonagli del cazzo trapassandoti con la forza di Gengis Khan e il sarcasmo di George Carlin. E questo concentrato di silente violenza tutto organizzato in un esserino non troppo alto non troppo basso, più ossuto che epidermico, dal profilo insolito e la pelle blu cadavere di Ofelia lasciato a marcire nell'acqua e nella disperazione. Magro come quei cani abbandonati dai padroni ai quali puoi contare le costole. Zigomi sporgenti alla Godano che sembrano trapassare da un momento all'altro la pelle e i muscoli mimici. Taglio degli occhi a forma di mandorla capovolta piangente. Capelli neri (troppi) soffici come seta cinese. Pura poesia per Schiele, gioia e delizia dell'anatomista disegnatore. Mi racconta storie tanto essenziali quanto surreali. Un callo per il mondo una rivelazione per me. IO ABBISOGNO di circondarmi per il 50% di stronzi e per il restante 50% di pure fulgide creature di singolare candore. Il problema è che in questo ultimo anno l'ago della bilancia si è inaspettatamente spostato verso la percentuale stronza portandomi all'inaridimento dello spirito. Meno male che ci sono questi fantasmi epifanici della fortuna che ogni tanto si manifestano e mi scuotono facendomi l'effetto di un pugno di coriandoli lanciato a forza dentro la bocca dall'amico stronzo di turno il giorno di carnevale in preda a vino maccheroni e violenza. Anche se c'e' di peggio. Tipo quella roba verde che abbiamo bevuto con Giorgio Cavallo una notte allo Sgriccio bar quando Davide Di Rosolini ipotizzava l'oca-crazia delle papere dell'anfiteatro comunale sul nostro paese. Mpare ma chi cazzu era sa cosa virdi? Nafta!? Schifiuuuuu* C'è il vino sincero e poi la vodka alla menta-mentitrice allungata col sole piatti. Un po' come la gente…che palle quando le banalità da diario delle scuole medie diventano realtà!
baci, la vostra bottiglia d'acqua di fianco al comodino.
*questo essere minuto
*compare, ma cosa cazzo era quella cosa verde?Nafta? Che schifooooo


Noi illusi di stare crescendo! a proposito, ho creato anche io il mio blog. non ho scritto ancora niente e penso che non scriverò niente. però mi ha ricordato di quello che scrivevo ben 10 anni fa.
RispondiEliminanoooo passamelo, voglio troppo farmi i cazzi tuoi!
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